VADEMECUM
I dati oggi disponibili, derivanti da studi epidemiologici, dimostrano che la psoriasi è una malattia sistemica, che non coinvolge solo la cute, ma che può associarsi ad altre patologie. Tali evenienze prendono il nome di “comorbilità”. Le comorbilità sono state meglio distinte in 3 categorie:
1. Malattie che si associano alla psoriasi di base, quali artrite psoriasica e malattia di Crohn.
2. Malattie che conseguono allo stato infiammatorio cronico che la psoriasi stessa determina, quali malattie cardiovascolari, obesità e sindrome metabolica .
3. Comorbidità imputabili a modelli comportamentali e stili di vita indotti dal disagio cutaneo: ansia, depressione, disturbi del sonno, alcolismo, tabagismo.
Il tuo dermatologo ha quindi il ruolo di gestire in modo globale la tua psoriasi, diagnosticando e partecipando alla cura delle malattie che si accompagnano ad essa. In particolare, i pazienti dovrebbero regolarmente sottoporsi a specifici controlli per valutare la glicemia, i grassi nel sangue, il livello di due marcatori di rischio cardiovascolare quali l’omocisteina e la proteina C reattiva. Inoltre, fare un’ecografia epatica periodica aiuta a controllare lo stato di salute del fegato.
ARTRITE PSORIASICA
Che cos’è l’artrite psoriasica
L’artrite psoriasica è una malattia reumatica infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni causando dolore, gonfiore e rigidità. Interessa il 7- 30% dei pazienti affetti da psoriasi, sia uomini che donne in ugual misura e si manifesta in genere tra i 30 e i 50 anni.
Qual è il legame tra psoriasi ed artrite psoriasica
Nel 75% dei casi la comparsa della psoriasi cutanea precede l’artrite, nel 15% la segue, nel 10% insorge contemporaneamente ad essa.
Quali sono i pazienti più a rischio
Alcune localizzazioni cutanee della psoriasi sono associate ad un rischio aumentato di sviluppare l’artrite psoriasica, in particolare la psoriasi del cuoio capelluto, la psoriasi ungueale e la psoriasi del solco intergluteo/perianale.
L’ artrite psoriasica insorge più frequentemente nella fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni, senza differenze di sesso, con l’eccezione dell’interessamento assiale che prevale nel maschio. L’ereditarietà gioca un ruolo importante, tanto che si stima che il 15% dei parenti di un paziente affetto svilupperanno l’ artrite psoriasica ed un altro 30-45% svilupperà psoriasi. Tra i geni identificati, di particolare importanza sono gli HLA di classe I, in particolare gli HLA-B27, B39, Cw6.
Quali sono le manifestazioni dell’artrite psoriasica
L’artrite psoriasica può interessare una, poche o numerose articolazioni; in particolare, caviglie, ginocchia, polsi e mani sono le sedi più colpite, mentre più raramente la colonna vertebrale (spondilite) può essere coinvolta. Di norma, la malattia interessa solo poche articolazioni contemporaneamente, coinvolgendo spesso i tendini (entesite). Le articolazioni coinvolte sono dolenti, rigide (specialmente al mattino) e spesso gonfie.
Come viene diagnosticata l’artrite psoriasica
È possibile valutare il danno alle articolazioni con esami strumentali come un’ecografia mirata ed una risonanza magnetica che, insieme ad un’accurata visita reumatologica, permettono di giungere alla diagnosi. Possono essere di ausilio anche alcuni esami di laboratorio, come velocità di eritrosedimentazione (VES), proteina C reattiva (PCR) e uricemia.
Qual è il decorso dell’artrite psoriasica
Il decorso dell’artrite psoriasica è variabile. Esistono forme lievi non distruttive ma anche rare forme in casi la malattia progredisce in maniera erosiva e invalidante. Molti pazienti hanno periodi di benessere alternati a periodi in cui l’artrite si riacutizza.
Quali sono i possibili indicatori di un’ evoluzione rapida della malattia
Si può ipotizzare un’ evoluzione più rapida in presenza di deformità articolari, di un alto numero di articolazioni colpite (oltre 5 articolazioni interessate e tumefatte) e del tipo di risposta del paziente alla terapia al momento della valutazione. Viceversa, i fattori che consentono di considerare la malattia scarsamente aggressiva sono l’assenza di indici di infiammazione agli esami di laboratorio (VES e PCR), l’assenza di erosioni articolari e il risparmio della colonna vertebrale.
Qual è la terapia da seguire
Il trattamento si basa sull’utilizzo di farmaci efficaci anche per la psoriasi come methotrexate e farmaci biologici. I FANS (Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei), presi al bisogno, possono contribuire a controllare il dolore ed il gonfiore.
Si guarisce da questa malattia?
L’artrite psoriasica è una malattia cronica. Tuttavia, i pazienti con minimo danno articolare, se adeguatamente trattati, possono andare incontro a remissione, ossia riduzione del dolore articolare, miglioramento della funzionalità dell’articolazione e assenza dei sintomi generali della malattia.
APPROFONDIMENTO-VARIANTI CLINICHE DELL’ARTRITE PSORIASICA
Le varianti cliniche dell’artrite psoriasica sono cinque, distinguibili in base al tipo di articolazioni colpite. Distinguiamo:
• la forma asimmetrica, od oligo-monoarticolare asimmetrica, che è la più comune (70% dei casi) e colpisce soprattutto le articolazioni interfalangee distali (IFD), le interfalangee prossimali (IFP) e le metacarpofalangee. Interessa, usualmente, da una a tre articolazioni, con fasi alterne di riacutizzazione, stabilizzazione e remissione. Spesso coinvolge il ginocchio (oppure i gomiti o le caviglie) insieme ad una o due articolazioni interfalangee. Le dita della mani e dei piedi possono assumere una forma a “salsicciotto” a causa della presenza di dattilite (edema conseguente all’infiammazione peritendinea). La dattilite, segno caratteristico dell’artrite psoriasica, è presente nel 30% dei pazienti ed è associata a marcata disabilità a causa del dolore e della limitazione funzionale. I pazienti con dattilite, inoltre, sviluppano con maggiore frequenza segni radiologici di erosione articolare;
• la forma simmetrica (15% dei casi), simile all’artrite reumatoide anche se meno aggressiva e deformante, con interessamento articolare bilaterale;
• la forma distale, variante classica, a prevalente interessamento delle IFD (5% dei casi). E’ una oligoartrite e si associa spesso ad onicopatia psoriasica, cioè alla presenza di psoriasi alle unghie;
• la forma pelvi-spondilitica o assiale (5% dei casi), di solito asintomatica, che colpisce in maniera prevalente la colonna vertebrale e/o le articolazioni sacro-iliache;
• la forma mutilante, rara (meno del 5% dei casi). E’ la più grave, progredisce per mesi e anni, interessando le piccole articolazioni di mani e piedi con intensa sintomatologia dolorosa. Radiologicamente si osserva osteolisi (riassorbimento e distruzione ossea) delle falangi distali mentre clinicamente si ha l’accorciamento delle dita delle mani, definite “a cannocchiale”.
CONVIVERE CON L’ARTRITE PSORIASICA
Mantieni il peso forma: per ogni chilo in più, le tue ginocchia hanno un aggravio di 4 chili e le anche di 8. Se riduci il tuo peso, scarichi in questa proporzione anche l’affaticamento di ginocchia e anche.
Porta scarpe adatte: scegli modelli con uno spazio ampio a livello delle dita, perché non siano compresse. A volte è utile acquistare scarpe di un numero superiore a quello abituale, così come va considerato l’uso di appropriati inserti o plantari.
Distribuisci i pesi: abituati a portare i pesi con tutte e due le mani in modo bilanciato, distribuendo il peso metà a destra metà a sinistra, altrimenti le articolazioni delle gambe lavorano in modo sbagliato. Se porti una borsa a tracolla (ma uno zaino sarebbe meglio), almeno alterna la spalla durante il tragitto.
Cautela nell’uso di antidolorifici: assumili quando è assolutamente necessario, sotto controllo medico ed evitando di prenderne tipi diversi nell’arco della giornata. Una semplice medicazione è l’uso di paracetamolo (assolutamente da escludere però se hai il fegato in disordine).
Mantieni la flessibilità nei movimenti: semplici esercizi di allungamento, fatti in modo dolce e rilassato, aiutano le tue articolazioni a rimanere più flessibili. Inoltre, se fai un lavoro sedentario alla scrivania, utilizza una sedia ergonomica che mantenga la schiena nella giusta posizione e favorisca il movimento mentre sei seduto.
COME MISURARE LA CIRCONFERENZA VITA
Un fattore utile nella valutazione di possibili rischi conseguenti all’aumento di peso è la misura della circonferenza addominale, correlata all’accumulo di grasso sia a livello dell’addome che nel resto del corpo.
La circonferenza addominale viene misurata utilizzando un comune metro da sarta e posizionandolo esattamente a metà tra il limite inferiore della cassa toracica e la cresta iliaca, all’incirca a livello dell’ombelico.
Secondo l’OMS, il rischio di complicazioni metaboliche associate all’aumento della circonferenza addominale è differente nei due sessi:
Un aumento del grasso addominale sembrerebbe anche legato ad un maggiore rischio di sviluppare psoriasi.
COME CALCOLARE IL BMI
Il BMI (Body Mass Index) di un individuo si ottiene dividendo il peso, in chilogrammi, per il quadrato dell’altezza, in metri.
BMI = peso / m x m
Es. BMI = 72 kg / (1,65 x 1,65) m² = 25,7; il numero ottenuto è proprio l’indice di massa corporea.
In relazione al BMI misurato un individuo può essere inserito in varie categorie.
L’organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato la seguente classificazione di valori di BMI negli adulti e rischio di potenziali malattie associate all’obesità (es. malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, cancro, osteoartrite, dolore cronico della schiena, malattie della cistifellea etc. )
I rischi associati ad un elevato BMI
In campo dermatologico, recenti studi hanno individuato un possibile collegamento tra obesità ed insorgenza o risposta ai trattamenti di alcune patologie cutanee.
Ad esempio, è stata evidenziata una forte influenza del valore di BMI e quindi del livello di obesità, sulla risposta clinica precoce al trattamento sistemico della psoriasi. Inoltre, studi recenti hanno individuato una significativa associazione tra elevato BMI ed insorgenza e gravità della psoriasi, sia in individui adulti che in bambini.
Inoltre, negli adolescenti, una condizione di sovrappeso può essere collegata ad un maggiore rischio di malattie cardiovascolari in età adulta.
Ricorda però che anche un BMI molto basso ha i suoi rischi: uno stato di malnutrizione favorisce l’insorgere di numerose malattie, compromettendo anche il sistema immunitario.